OGGI VI DICO CHE… LA DECADENZA POLITICA E NO

“Come le molte e complicate leggi in politica, così i molti e complicati libri sono segni indiscutibili di decadenza”. (Sergio Quinzio, La croce e il nulla, 1984)
“Se una cosa vende molto, vale poco. L’adesione irrazionale a un principio del genere è probabilmente uno dei peccati capitali di ogni grande civiltà nella propria fase di decadenza”. (Alessandro Baricco)
“Ad ogni sistema autocratico fondato sulla violenza fa sempre seguito la decadenza, perché la violenza attrae inevitabilmente. Il tempo ha dimostrato che a dei tiranni illustri succedono sempre dei mascalzoni”. (Albert Einstein)

ATTUALIZZANDO… LETTERA SU RENZI. RENZI, L’INIZIO DELLA FINE?

l43-matteo-renzi-sindaco-130603122628_bigRicevo da Giovanni Bonelli, Gianin per gli amici, questa sintetica e folgorante analisi: “Il risultato elettorale costituisce l’inizio della fine – lenta ma inesorabile – del bulletto Renzi. Che non ne indovina più una. E che sarà costretto ad aderire alla richiesta della minoranza interna del pd e a cambiare la legge elettorale politica. E, per quanto abbarbicato al vasto potere accumulato, a poco a poco dovrà lasciarlo”.
Gianin Bonelli da quarant’anni è un mio vecchio, intelligente, amico. Sul piano politico, fu padrone della Liguria, braccio destro operativo di Paolo Emilio Taviani. (A proposito, in questi giorni ricorre il quindicesimo anniversario della sua morte). Due grandi democristiani, razza politica ormai scomparsa: Bonelli il braccio, Taviani la mente. Ma della qualità cinica e realistica di Bonelli ho avuto decine di prove: ai tempi, alla vigilia di ogni elezione del presidente della Repubblica, non sgarrava un colpo. Addirittura, per l’elezione di Cossiga, predisse che De Mita avrebbe messo tutti d’accordo al primo scrutinio. E ancora oggi, Gianin, che si è staccato per ragioni di età e forse anche di disagio intellettuale dalla politica attiva, resta per me una mente politica di assoluto rispetto. Gli avevo chiesto la sua valutazione dei risultati alle amministrative, ciò che avete letto è un indizio affidabile del declino del premier.

A PROPOSITO DI RENZI / QUALITÁ E DIFETTI

renzi - CopiaSono spesso critico verso il segretario del pd e capo del Governo, ma vorrei anche essere chiaro (soprattutto nei riguardi di un’amica genovese, che citerò qui sotto) sulla mia opinione. Renzi ha difetti per me difficilmente sopportabili: promette a vanvera, abusa della sua esperienza politica – democristiana all’origine – e mi sembra più furbo che intelligente. Ha arraffato quanto più potere possibile, andando ben oltre i confini, che furono odiatissimi, varcati da tipini come Fanfani, gli intramontabili Dorotei, De Mita, Craxi, i cattocomunisti…: sta battendo ogni record. E non è stato eletto, ha intravisto un corridoio libero e ci si è buttato con uno sprint politico meravigliosamente, vincendo su Bersani, Letta, su tutti, con il favore di Napolitano e, mormorano, di chissà chi. Riconosco importanti qualità. Ha promesso tanto, ma ha fatto qualcosa anche di importante. E non ha guardato in faccia nessuno, sindacati, magistratura, varie altre lobby, fino a essere circondato solo da nemici, a cominciare dalla minoranza del suo partito. Qualche riformina l’ha fatta, qualche altra potrebbe farla, non è un delitto che pensi ad aggiornare la Costituzione, come pensano tanti suoi avversari, solo allo scopo di farlo fuori. È uno strano personaggio: vero è che sembra un bulletto, come dice Bonelli, ma è un personaggio atipico: ad esempio, anche ingenuo. La riforma elettorale è stata certamente studiata allo scopo di assicurargli un futuro stabile, ma rischia di andare a beneficio del suo più insidioso avversario, il Movimento di Grillo.
Concordo con Carlo Freccero, a proposito dei risultati dei ballottaggi: se Matteo perde a Roma, a Milano e forse anche a Torino, non ha l’obbligo di dimettersi da premier, ma da segretario del partito, per decenza, automaticamente sì.

LA SIGNORA CHE FERMÒ LA SENNA

senna straripamentoPrendiamoci un attimo di pausa e scherziamo, non è vero ma ci credo, un po’. Ci sono retroscena sconosciuti, dietro grandi e piccoli eventi. Ad esempio, anni fa, una grande squadra di calcio inciampò contro un umile avversario, quotato a mille dagli scommettitori. Nessuno capì perché, ma io lo so bene. Su quel club scadentissimo scommise qualche euro il mio amico Renato, in arte René, un vecchio giocatore incallito ed espertissimo, nonché fortunatissimo. E perciò nessuno al mondo poteva immaginarlo, ma fu per questo motivo che il club strafavorito perse miseramente. Qualche giorno fa, come sapete, la Senna minacciava di straripare, Parigi era in allarme. Ma in quei giorni, una mia preziosa amica di Genova, L.M., si trovava in vacanza in Francia. Temeraria com’è, nel momento della piena più pericolosa, si spinse su un ponte di Parigi e osservò le acque minacciose, che da quell’istante cominciarono a placarsi. E l’esondazione non ci fu. In tutto il mondo si sono chiesti come mai. Ma io, solo io, lo so.

MA DONEY, IN VIA VENETO A ROMA, È ANCORA DONEY?

doney-restaurantIeri ho scelto Doney, in via Veneto, per una colazione di lavoro. Arriva un primo maître gentile e impettito: “Abbiamo il buffet. Date un’occhiata?”. No grazie, vorremmo ordinare. “Ma il buffet è molto ricco…”. Grazie, preferiremmo il servizio al tavolo. Passa un quarto d’ora o forse più. Arriva un altro maître, più impettito e meno gentile del primo. “Volete vedere qualcosa di vostro gradimento al buffet?” (risposte mie uguali alle precedenti). Passa ancora un po’ di tempo e arriva un cameriere per l’ordinazione: io un pesce spada ai ferri, il mio ospite un’insalata con salmone. Passa mezz’ora. Cerco di protestare con un cameriere imbronciato, che neanche si ferma al tavolo. Allora chiamo una gentile signora, Giovanna, e le chiedo se Doney è ancora Doney o se per sbaglio sono capitato in un’osteria di un quartiere popolare… E le dico: “Deduco che a mezzogiorno non abbiate voglia di passare gli ordini in cucina, ma quanto ci vuole per avere a un tavolo due piatti molto semplici?”. Giovanna, educatissima, si scusa e in pochi minuti finalmente tutto si risolve. Il problema di questo trascurabile episodio è sempre e soltanto uno solo: per me l’educazione arriva prima ancora dell’efficienza nel servizio e nel lavoro (tutti possono sbagliare o avere qualche disagio). Ma è stata necessaria un’ora per avere una parola di scuse e in tavola un pesce spada e un pezzetto di salmone…

CONFESSO, SONO UNA TESTA DI CAZZO

virginia_raggi-2Non certo per ciò che ho scritto qui sopra, penso che avremmo diritto sempre e comunque a un minimo rispetto, a pur minimi comportamenti educati. Mi dichiaro pubblicamente testa di cazzo perché secondo Andrea’s version – “una bella testa di cazzo” è chi vota cinque stelle… La rubrica è abitualmente deliziosa, il format di Andrea’s version è di partire con molti divertenti lazzi e vezzi, per poi arrivare a crude conclusioni. Anche in questo caso: non è un barbaro chi vota cinque stelle, soprattutto chi è giovane spera in un cambiamento, non si vota cinque stelle per odio o rancore verso qualcuno o contro qualcosa o perché si è qualunquista e populista. Questo dice Andrea’s version. Ma “una bella testa di cazzo però sì”, così conclude. Quindi, lo ammetto: non sono giovane, sono vecchio, spero in un cambiamento e faccio qualcosa di peggio che votare per la Raggi. Invito tutti i miei amici e tutti coloro che mi stimano, a votare per la rappresentante del Movimento di Beppe Grillo, anche a costo, come me, di essere considerati “belle teste di cazzo”. Io non voto dal 1994, ma confido che la signora Virginia Raggi, almeno per il primo anno, se eletta, faccia le pulizie di stagione. A fondo. Poi si vedrà.

cesare@lamescolanza.com
09.06.2016