OGGI VI DICO CHE… COS’E’ LA GENTILEZZA

“Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre” (Platone).
“Sii gentile quando possibile. È sempre possibile” (Dalai Lama).
“Ovunque ci sia un essere umano, vi è la possibilità per una gentilezza”(Seneca).

ATTUALIZZANDO… METTO LE MANI AVANTI…

gentilezza…e sinceramente vi dico che oggi vi infliggerò uno sfogo noioso, da vecchio affezionato ad un altro stile, ad altre abitudini di vita. Immagino che alla maggior parte dei miei pazienti lettori gli argomenti, e soprattutto il mio approccio senile, non interesseranno: voglio parlare comunque di educazione, cortesia, gentilezza.

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UN RICORDO DI VENTI ANNI FA

bon_tonVenti anni fa, e anche più, ero sulla cinquantina, mi successe che aspettavo l’ascensore in un grande albergo, arrivò una bellissima ragazza, presumo una top model (a Milano in quei giorni c’erano le sfilate) che mi guardò con un sorriso delizioso. Arrivò l’ascensore, le porte si aprirono e la mia dea mi dedicò un piccolo, elegante inchino, e sorridendo ancora mi disse: “Prego!”. In quel momento capii che non avevo più l’età del gallo, ma ero ormai un vecchio orso da considerare, per età, con rispetto. (Tra parentesi, ovviamente, lasciai la precedenza a lei). Ricordavo quel gesto come un atto insolito, anzi stupefacente, di cortesia. Chissà se oggi si verificherebbe ancora!

UN POSTO A SEDERE…

un-posto-a-sederePrecedenza? Dare la precedenza a donne e anziani è un fatto ormai molto raro. Non parliamo poi di lasciare un posto a sedere, a una signora, magari anche incinta o con un bebè in braccio, o a persone anziane. Non noto quasi mai gentilezze, che poi sarebbero gesti di buona educazione, nel mio girovagare. Dalla top model in poi mi è successo tre o quattro volte, non di più, che mi venisse proposto un posto a sedere, ad esempio. Presumo che, sempre, si sia trattato di un atto di simpatia da parte di chi mi aveva riconosciuto per avermi visto in tivù. Sapete come succede… Mi sono sentito dire “Prego, la vedo sempre da Biscardi in tivù” (negli ultimi trent’anni non ho più partecipato ai programmi del simpatico Aldo). E ho sempre rifiutato, per la buona ragione che intorno a me vedevo persone più anziane, nonnine claudicanti e quant’altro.

IN TAXI…

taxi_roma_totemDall’inizio del terzo millennio, cioè dal 2000, non guido più, utilizzo molto spesso i taxi. E dei tassisti, tutto sommato, non posso lamentarmi. Però… in sedici anni ho visto solo un anziano tassista scendere dall’auto e aiutare una signora in stato interessante e con un bambino in braccio, a prendere posto nella vettura. Un’altra volta soltanto un tassista, sempre anziano, ha lasciato il suo posto di guida per aprirmi la portiera, sia in entrata, sia in uscita: ammetto tuttavia che questo è chiedere troppo. I tassisti mi sembrano (di solito chiamo il 3570, a Roma) professionali ed educati… E tuttavia quanti ce ne sono che guidano come folli nonostante le proteste, o tengono la radio ad alto volume, o telefonano parlando ad alta voce, etc? Quando mia moglie, nel 2000, arrivò a Roma, per raggiungermi da Milano nella nostra nuova abitazione, diede a un tassista l’indirizzo di un’amica, in periferia. Si sentì rispondere: “Signò, ma semo ai confini della realtà! Lì no, nun ce posso annà… Perché nun se pija n’artro taxi?”.

L’AMORE PER LA PROPRIA CITTÀ?

stazione-centrale-napoliA parole, sono tutti critici e pieni di (giuste) pretese ed esigenze. Ma quanto amiamo la nostra città, cosa facciamo per renderla migliore? Basterebbe fare pulizia, il minimo indispensabile, intorno a noi, evitare che i nostri cani lascino un ricordino per strada, o addirittura sul marciapiede; evitare di buttare lattine di coca cola, cartacce, mozziconi di sigarette… Ho già scritto un paio di volte che la stazione di Napoli è la più pulita tra quante ne abbia viste in Italia (non vado a Napoli da molti mesi, spero che la situazione non sia cambiata), eppure basterebbe così poco per mantenere le stazioni ferroviarie, i treni, le strade, i giardini e i luoghi pubblici privi di immondizie. Nel 1988, quando dirigevo “La Notte” a Milano, proposi ai lettori di ingentilire terrazze e balconi con vasi di fiori. Sia pure ingiustamente, Milano era accusata comunemente di essere poco verde. Ricevetti tantissime lettere di applausi e di consenso, compreso un telegramma del sindaco, ma non si registrarono aumenti significativi di fioriture. E anche in questo caso bastava così poco. Ma dal dire al fare…

IN TELEVISIONE…

in-televisioneInsopportabile è la sequenza di insulti e altre manifestazioni di arroganza e di prepotenza nei dibattiti televisivi. Le voci si sovrappongono, gli strilli esplodono, non si capisce nulla, salvo che ci troviamo di fronte a politici e giornalisti, cosiddetti opinionisti, quasi sempre privi di bon ton, secondo l’espressione dell’impeccabile Lina Sotis. Il conduttore, quasi sempre incapace, a sua volta è ineducato, quantomeno non ha rispetto del pubblico. Ci sono poi particolari esilaranti: quante volte ho scritto che la mia amica Myrta Merlino ha la cattiva abitudine, in diretta, di bere goduriosamente, con espressione beata, una tazza di thè? Non è solo mancanza di rispetto verso i telespettatori. È un gesto televisivamente sbagliato, perché esclude i partecipanti al dibattito e, soprattutto, i telespettatori. Senza neanche una parola di scuse…

PER IL GIOCO DEL CALCIO…

insulti-stadiQui le intemperanze verbali sono addirittura il minimo: molto frequenti sono gli insulti, le maledizioni, le aggressioni. Ne so qualcosa! Di recente, a metà agosto, ho scritto che a mio parere la Juventus non vincerà il sesto scudetto consecutivo. Ho motivato le mie ragioni. Apriti cielo! Mi si è abbattuto un temporale di insulti da parte di ultras juventini, senza una motivazione, una riflessione, una motivata contestazione… e ce ne potrebbero essere tante, in un contraddittorio sul gioco del calcio, che non è proprio una scienza esatta. No, nessuna spiegazione, solo insulti.

E ANCHE I PROTAGONISTI DEL FOOTBALL

balotelliMi indigna anche la manzanza di sportività, l’abitudine all’insulto da parte dei protagonisti, allenatori giocatori presidenti, del mondo del calcio. Anni fa ricordo, in tivù, una battuta di Balotelli verso un ex campione di calcio, divenuto opinionista: “Lei di calcio non capisce un c…!”. Eppure Balotelli non solo sarebbe un ottimo calciatore, ma diventerebbe simpatico, se qualcuno gli avesse insegnato, in famiglia o nel club, ad usare un altro linguaggio e a comportarsi in maniera rispettosa.
L’anno scorso l’allenatore della Roma, Spalletti, mortificò senza motivo il campionissimo Francesco Totti, addirittura cacciandolo dal campo di allenamento. Totti, che non solo è educato, ma anche furbo e sornione, aveva espresso giudizi di buon senso, critici, senza una parola fuori posto. E qualche giorno fa il presidente americano della Roma, Pallotta, ha definito “ridicolo” l’arbitro Rizzoli, universalmente riconosciuto come uno dei migliori nel mondo, perché – oggettivamente – aveva commesso qualche errore a danno della squadra giallorossa.
Una domanda è: ma quanto capisce di calcio Pallotta, che guida la Roma dall’altra parte dell’oceano e visibilmente ha in mente solo un obiettivo, la costruzione, per un legittimo business, di un nuovo stadio? È stato mal consigliato? Nessuno gli ha detto che, in conseguenza della sua sparata, la categoria degli arbitri, notoriamente compatta, sarà ostile a lui e alla squadra? E che, accusando gli arbitri, fornisce un alibi in regalo all’allenatore e ai giocatori, responsabili di pessimi comportamenti? E comunque non era stata proprio la Roma, apprezzabilmente, a vietare ai rappresentanti del club comportamenti ingiuriosi, al campo e fuori, e ad auspicare un clima civile per le competizioni?

IN CONCLUSIONE…

svizzeraCome ho detto all’inizio, se non proprio un extra terrestre, mi sento anziano, molto anziano, nello scrivere questi predicozzi e a rimpiangere abitudini sociali e di vita più, cortesi. Anzi, vi ho consigliato di evitare questa fastidiosa lettura. Ma, se mi avete seguito fin qui, lasciatemi concludere: adoro l’Italia, Roma e le nostre numerosissime e belle città, ma per quanto riguarda l’educazione, preferirei vivere in Svizzera o in Paesi nordici. Sbaglio?

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cesare@lamescolanza.com
21.09.2016