OGGI VI DICO CHE… TIVÙ, CAPITALE DELLE CHIACCHIERE

“Il chiacchiericcio politico è come un rumore di sottofondo che non lascia tracce: di rado alla fine della trasmissione,  dopo aver ascoltato i vari ospiti, lo spettatore ha cambiato il suo modo di pensare”. (Massimo Giannini)

ATTUALIZZANDO… DELLA VALLE / 1. LA STIMA C’É, PERÒ PERÒ…

DIEGO_DELLA_VALLERieccolo, Diego Della Valle. Ieri sera in forma apparentemente buona a ”Otto e mezzo”, di fronte a Lilli Gruber e ad un giornalista d’assalto come Marco Damilano. Fosse stato un incontro di pugilato, Lilli e Marco avrebbero vinto per ko tecnico, cioè l’arbitro avrebbe interrotto il match per manifesta inferiorità del contendente. Ma, prima di tutto, vorrei riassumere il mio rapporto e il mio approccio, positivo e critico, con il patron delle Tod’s.
Schematicamente: 1. Non lo conoscevo, come già ho scritto troppe volte, ero diffidente per un motivo preciso: la scarsa ammirazione che nutro per alcuni componenti del suo cerchio magico (sarebbe volgare ripetere, ancora una volta, i pur pregiati nomi). 2. La stima per la sua ascesa imprenditoriale era tuttavia prevalente. 3. Alcuni mesi fa, Della Valle si esibì in alcune feroci esternazioni, largamente condivisibili, contro la politica in generale, il suo amico Renzi in particolare, Marchionne ed Elkann come responsabili della Fiat, eccetera. 4. Questi intensi attacchi polemici mi provocarono un impulsivo consenso, un’istintiva simpatia. Inutilmente, molti miei fidati amici mi misero in guardia: Della Valle è abituato a queste esplosioni dialettiche, poi regolarmente fa un passo indietro. 5. Con Della Valle mi incontrai in un grande albergo romano, al Pincio. Mi consolidai della stima, anche se Della Valle sinceramente mi disse che non aveva ancora deciso se presentarsi in politica o meno. Voleva rinviare la decisione a chi sa quando. 6. Passarono alcune settimane e fui deluso dai preconizzati passi indietro dell’imprenditore: atteggiamento cambiato nei riguardi di Renzi e della politica, pappa e ciccia con Marchionne ed Elkann per patti, ritenuti alla vigilia impossibili, per mantenere il controllo di Rcs.

DELLA VALLE / 2. MALUCCIO DI FRONTE A GRUBER/DAMILANO

diego-della-valle-272221Adesso, Della Valle riemerge, a La7, di fronte al prestigioso tandem Gruber, conduttrice, e Damilano, ospite unico. Il risultato mi è apparso pessimo, del resto lo stesso Diego un paio di volte ha detto di rendersi conto di aver deluso i due intervistatori: purtroppo per lui, non solo loro, ma anche i telespettatori. Ho avvertito problemi di forma e di sostanza. La forma: non si va in tivù tenendo gli occhi bassi, ma si guarda la telecamera in modo diretto, con uno sguardo reale e consapevole. Non ci si veste in modo stravagante, con il colletto alto sulla camicia, un nero tenebroso e quant’altro. Ricordo che sono un liberale assoluto, quindi ciascuno si vesta come vuole! Ma, se vai in tivù, per conquistare simpatie e consensi, come fanno tutti nel mondo televisivo, deve – nel caso di Don Diego – abbigliarsi in modo da apparire al pubblico popolare come uno di loro, non un eccentrico appartenente alla elite impopolare dovunque, esattamente la classe che vorresti rinnovare, cambiare, migliorare.

DELLA VALLE / 3. COSA VUOL DIRE “SOLIDARIETÀ”?

dellavallePeggio mi sento per la sostanza: in modo estenuante Della Valle ha parlato del suo movimento incentrato sulla solidarietà, senza spiegare che cosa significhi concretamente. In maniera ammirevole, Gruber e Damilano hanno cercato di stanarlo facendogli domande precise. La fase 1 (disgraziatamente chiamata da Della Valle anche step) vuol dire aggregazione in nome della solidarietà. E, retoricamente, chi si direbbe contrario? Il problema è specificare cosa voglia dire. Fare la guerra o no? Accogliere gli emigranti o no, e come? Quali misure contro il terrorismo, in nome della solidarietà nazionale? Cosa fare per la salute, il lavoro, la qualità della vita di chi ha bisogno di solidarietà? Della Valle enunciava titoli, senza mai un’affermazione concreta. Con evidente esasperazione/disperazione Lilli e Marco hanno cercato di puntare sulla fase 2, o secondo step… Sarà un movimento politico? Ci sarà una lista Della Valle alle elezioni? Qual è la contrapposizione verso il governo Renzi? Fatica inutile. Mai una risposta precisa, salvo una: se ne riparlerà tra un anno – dopo le elezioni amministrative, hanno sottolineato la conduttrice e l’ospite – a patto che nel frattempo ci sarà stata un’adeguata “aggregazione” di simpatizzanti. Lui, Della Valle, si è spinto a dire che aspira al consenso di milioni di italiani.
Conclusione. Riconfermo stima piena per Della Valle in identità Tod’s, una certa stima anche per il personaggio, a prescindere. Nessun apprezzamento, fin’ora invece, per l’imprenditore che propone le sue intenzioni e ambizioni per un movimento, non si capisce se sociale o politico. La solidarietà è una parola, bisogna nutrirla di contenuti. Quali siano i contenuti non si sa. I nemici dell’imprenditore dicono che voglia solo provocare chiasso, ma poi non succede nulla. Con testardaggine, spero che sia così. Sono illuso? Confido in nuovi messaggi, chiari e concreti. Mai dire mai.

DOMANDE FORSE INOPPORTUNE / 1. L’EUROPA C’E’ ANCORA?

hollandeCome si fa a non dare solidarietà alla Francia? E tuttavia, di fronte ad Hollande che chiede solidarietà e sostegno ai Paesi europei, uno si chiede: dov’era l’Europa, quando Hollande e Merkel si facevano i vertici per conto loro, oppure quando trattavano noi italianuzzi come se avessimo il cappello in mano, per i problemi economici? E via andando. Ho la sensazione che il concetto di Europa si stia sfaldando: ha resistito di fronte ai drammi finanziari, a beneficio dei Paesi più forti e ricchi, a danno di quelli deboli; si sta sbriciolando di fronte agli ultimi e gravi problemi, non altrettanto affrontabili con facilità, prima le colossali invasioni, adesso il cruento terrorismo.

DOMANDE FORSE INOPPORTUNE / 2. ZAIA SEMPRE A ROMA, MA CHI PENSA AL VENETO?

zaiaAlcuni amici veneti mi hanno detto: in passato, anche di recente, siamo stati rappresentati da personaggi come Brunetta e Sacconi, senza pensare a tempi più remoti, quelli del mitico Bisaglia… ma oggi? Il presidente della regione Zaia è sempre a Roma, in Veneto e dovunque è intento soprattutto a qualificare ed esaltare la sua immagine. Ma, al governo, chi abbiamo, all’altezza di rappresentare le nostre esigenze, gli interessi, i diritti? Siamo soli! / Non sono veneto, ma capisco e condivido. Forse Renzi farebbe bene a pensare ad un adeguato inserimento di una forte personalità, come ministro, nel suo governo. E toglierei anche quel “forse”.

PICCOLI PIACERI / AL GROTTINO DEL LAZIALE, IN VIA ROMANIA DAL 1912

grottinoHo scoperto, grazie al mio amico e coetaneo Franco Recanatesi una trattoria interessante, che vi consiglio senza esitazione: “Al grottino del laziale dal 1912”. Franco è un appassionato tifoso biancoazzurro, confesso di aver accettato il suo invito con qualche perplessità: pensavo di trovare un “covo” di ultras, intollerabile. Invece, una gradita sorpresa. È una trattoria storica, sempre nello stesso luogo dal 1912 – data per me simpatica e familiare, perché in quell’anno nacque mio padre. “Al grottino” si sono avvicendati, con gli stessi nomi, Giovanni ed Enrico, Giovanni ed Enrico, per cinque generazioni. Ora l’ultimo Enrico, pronipote di Giovanni, ha interrotto la sequenza, chiamando Edoardo il suo primo figliolo: Enrico è simpatico, ai suoi tavoli si sono alternati tanti presidenti della Lazio, da Lenzini all’idolo Cragnotti, da Chinaglia a Lotito e gli altri. I non laziali saranno accolti benissimo, per tre motivi: la cucina, tipicamente romana è ottima; i prezzi sono più che onesti; nella famiglia di Enrico ci sono la mamma e altri componenti che tengono alla Roma. Tra i clienti abituali, a parte i giocatori e i dirigenti della Lazio, ci sono Niccolò Ammaniti, Paola Parmigiani, Pierluigi Celli…, operai e artigiani, professionisti e insegnanti universitari si mescolano affabilmente. Con il vino si cominciò l’avventura, nel 1912, portando con le “barrozzette” le botti in tutta Roma: oggi vi consiglio di chiedere il “giuggiolo” prodotto da Cragnotti. In quanto al cibo, vi consiglio i classici – amatriciana, carbonara, pasta e fagioli – ma anche il fegato alla veneziana, pensate un po’, cucinato alla perfezione dalla cuoca Anna.

cesare@lamescolanza.com
19.11.2015