OGGI VI DICO CHE… MA COS’ E’ QUESTA UTOPIA?

L’utopista – sia come coniatore di utopie,  sia come semplice propugnatore,  sia come pensatore utopico critico – può essere tanto colui che costruisce le sue preferenza e le sue scelte ideologiche esimendosi dallo studio e dalla comprensione della realtà e delle sue dinamiche,quanto colui che indica un percorso che ritiene al contempo auspicabile e pragmaticamente perseguibile. (Da Wikipedia)

ATTUALIZZANDO… L’UTOPIA DEL NOSTRO MOVIMENTO “SOCRATE”

socrate

Questa mattina, una mia amica mi ha rivolto una battuta, a metà tra la bonarietà e l’ironia, mentre le illustravo sommariamente il nostro movimento intitolato a “Socrate”. Soprattutto, quando ho pronunciato la parola utopia. Debbo dire che me ne sono rammaricato. Questa mia amica ha un invidiabile carattere, che spesso – anzi, quasi stabilmente – la porta a uno stato di beatitudine. Forse non c’è neanche bisogno di dirvi, amici miei socratici e no, che le beatitudini e le santificazioni non mi piacciono affatto, non attengono alla mia filosofia di vita. Sono come la fede: fortunato chi la possiede! La mia amica è beata per il suo lavoro, per la relazione sentimentale con il suo compagno, per il rapporto con le amiche del cuore, perfino per il godimento che sa assaporare dalla continua vicinanza alla natura (vive in un paese di campagna). Di conseguenza, non ha utopie: ciò che desidera e che la rende beata, lo ha già raggiunto. Ben diverso era il mio stato d’animo quando ho deciso di fondare “Socrate”, un movimento di opinione, senza fine di lucro, senza sbarramenti verso qualsiasi appartenenza, ma concepito come un unico valore aggregante: una battaglia a sostegno del merito, contro la rassegnazione e contro ogni tipo di pregiudizio. Com’è evidente, si tratta probabilmente di un valore utopistico: di fatti non credo, o meglio non crediamo (siamo già tanti, alcune migliaia) e non ci illudiamo di poter cambiare la società. Abbiamo una ragionevole speranza di poter dare un contributo, serio e onesto, a renderla migliore, meno spregevole di quanto oggi ci appaia. Ebbene, sì: al momento di abbandonarmi alla tentazione di questa utopia, ero indignato e mortificato, diciamolo con una parola d’uso corrente: ero incazzato, per quanto sta succedendo in Italia e, forse, dovunque nel mondo. Corruzione, egoismi, disuguaglianze, ricchezze insopportabili, povertà insostenibili, ingiustizie, spreco del denaro pubblico, nessun rispetto verso la persona umana. Ero e sono incazzato, ho scoperto che migliaia (in un mese!) sono indignati e disgustati come me, mi hanno dato la loro adesione. Se è un’utopia irraggiungibile, comunque mi fa bene al cuore e mi aiuta ad affrontare la vecchiaia e, inesorabilmente, il congedo definitivo da questa terra, col buon sentimento di aver perseguito, sia pure in tarda età, qualcosa di utile. Posso aggiungere, dunque, che la laica fede nell’utopia aiuta a vivere, e chi – come, purtroppo, la mia amica – non ne comprende il valore, presto o tardi rischia di capire che la beatitudine, quasi sempre sorda e cieca, si rivelerà ingannevole e superficiale. Spero di no, ovviamente, sia per la mia amica, sia per quanti non abbiano impulsi utopistici. Ma, per una volta, temo di aver ragione.

UTOPIE INGIUSTIFICABILI/ CHI HA CREDUTO NEL GOVERNO RENZI?

primo piano di Matteo Renzi

Allora, oggi, in questo diario vorrei parlare dell’utopia e dei suoi ambigui confini. E’ una giusta utopia desiderare e battersi per avere, come cittadini, un governo efficiente e stabile. Un governo che possa dare stabile serenità e sicurezze ai cittadini: lavoro, giustizia, libertà di pensiero, partecipazione al progresso, solidarietà e aiuto per chi soffra. Molto meno sensato, tuttavia, è smarrire i lumi della ragione e confidare che il politico o il politicante di turno possa assicurarci il raggiungimento di questa utopia. E il nostro Paese è, oltre che per tanti aspetti, veramente bizzarro e indecifrabile, per come riesca ad abbandonarsi a uno sfrenato consenso e a una più o meno rapida lapidazione di ogni tipo di governo. Abbiamo creduto in Mussolini e infine lo abbiamo appeso per i piedi in Piazza Loreto. Abbiamo creduto in una lunga serie di capi e capetti democristiani, che abbiamo votato fedelmente, pur turandoci il naso (Montanelli dixit). Abbiamo creduto in Craxi, io per primo, e lo abbiamo lasciato morire ad Hammamet, da mezza Italia definito esule, da un’altra metà latitante. Abbiamo creduto in tangentopoli, di colpo, e altrettanto rapidamente abbiamo voltato le spalle a Di Pietro e ai magistrati che volevano ripulire il Paese. Abbiamo creduto nel più grande venditore di sogni della nostra storia, Silvio Berlusconi: tanto grande che ancor oggi molti lo votano e continuano a sognare. E poi i governi tecnici, i professoroni e i professorini che dovevano mettere a posto i conti e ci hanno portato a due passi dal fallimento. E infine l’Italia si è accesa di fronte al bel faccino di Renzi, che ha smesso di parlare di sacrifici e catastrofi, ci ha riempito di speranza e annunciate riforme… Fino a quando, in un sol anno, gran parte dei suoi elettori ed acclamatori hanno capito che la realtà italiana è ben altra! Forse ha dunque ragione la mia amica, stabile nella sua beatitudine? Forse l’utopia è una parola priva di significato?

UN’ALTRA UTOPIA RIGUARDA LA RAI/ COSA FARA’ RENZI?

Renzi Rai

La Rai è una mostruosa azienda, con tredicimila persona difficili da amministrare. Ogni governo, ogni capo di governo e ogni capo di partito, vuole metterci le mani, nominare il fedelissimo di turno, essere ben assistito, spesso nella maniera più servile. E’ un’utopia desiderare che l’azienda di servizio pubblico, l’azienda culturale più grande in Italia, possa funzionare senza schiavitù politiche, per migliorare il livello culturale e civile del nostro Paese? Forse, ma mi sembra importante battersi per questa utopia. Molti si chiedono cosa vorrà o forse potrà, è meglio dire dopo la batostina elettorale, il nostro premier Matteo Renzi. Molti mi rimproverano di aver avuto un atteggiamento di sostegno al direttore generale Gubitosi, che ha lasciato ad altri la parte editoriale, e si è concentrato sui bilanci. Mi dicono che non è vero che abbia risanato i conti. Non so, non so tenere in ordine i conti di casa mia. Ma so che Gubitosi ha dovuto far fronte a 150 milioni di prelievo, che gli ha inflitto il governo Renzi, e cha ha dovuto fronteggiare al 70/80 milioni di passivo lasciati dalla precedente direzione. Il merito non è piccolo e per questo gli attribuii un simbolico premio Socrate (altro premio simile a breve il dg riceverà, “come studente dell’anno”, dai Gesuiti del Pontano di Napoli).
Cosa farà Renzi per avere una Rai tutta sua, o almeno in parte sua? Proverà a mettere al vertice uomini di sua fiducia, come ha fatto con Carrai, Guerra e altri in altre situazioni. Non è detto che ci riesca, dopo la batostina: forse la Rai sarà un terreno di negoziazione, con i nemici ma anche con gli amici del premier. Si dice anche che Renzi ha due percorsi davanti: assoggettarsi alla vecchia legge Gasparri o varare un decreto legge incentrato quasi esclusivamente sulla nomina di un amministratore delegato (di sua fiducia of course). Si dice che Mattarella non sarebbe disposto a firmare il decreto, è anche vero che Mattarella ha firmato finora tutto ciò che il premier gli abbia dato da firmare.

AGGUATO A RENZI? SE NE PARLA, L’IPOTISI NON E’ INCONSISTENTE

matteo salvini

Dicono che per Renzi sia pronto un agguato da parte di amici e nemici riuniti dall’unico desiderio di farlo fuori. Operazione non semplice, ma non impossibile. Gli ultimi risultati elettorali dimostrano ciò che pareva incredibile, fino a poche settimane fa: il premier è battibile, può contare appena sul 30% di voti. I rumors dicono che il centrodestra stia lavorando per aggregarsi, le elezioni hanno dimostrato che con le aggregazioni si vince. Non sarà facile mettere d’accordo tutti. I rumors dicono che Alfano si sfila, Verdini è pronto a tornare a casa; la Meloni, Salvini e l’uomo che sarà indicato da Berlusconi (Tajani?) concettualmente sono convinti che l’aggregazione sia indispensabile. Inoltre, l’entourage di Berlusconi lascia intendere che, in cambio di opportune alleanze, Passera sarà sostenuto come sindaco di Milano, Marchini come sindaco di Roma. Insomma, Renzi avrebbe timore del rinascimento del centrodestra. A mio parere, ancor di più dovrebbe temere la crescita costante di Grillo. L’Italicum potrebbe rivelarsi micidiale per il premier, e nessuno può escludere che in un ballottaggio, o anche senza, il M5S prenda il sopravvento.

TORNANDO ALLA RAI/ RENZI VINCENTE, SE FA PRESTO

Luigi Gubitosi

Le ipotesi sono due, come detto: al rinnovo dei vertici della Rai si può arrivare attraverso la legge vecchia Gasparri, oppure grazie al decreto legge che Matteo avrebbe in mente. In tutti e due i casi, il premier mantiene tutt’ora la forza per arrivare a dama. Nel primo caso, ricordo che i consiglieri di amministrazione sarebbero nove: due designati dal Tesoro, uno senza possibilità di rifiuto, il secondo soggetto al voto di almeno due terzi della Vigilanza; sette membri saranno nominati dalla Vigilanza. Il Pd può eleggere due, forse tre personaggi di fiducia del premier, con i due indicati dal Tesoro, cioè dal governo, la maggioranza è pressoché certa. E il dg deve essere indicato dal Tesoro e successivamente essere approvato dal cda. In caso di decreto, ci sarà un amministratore delegato, affiancato dal direttore, o più direttori generale. Questa ipotesi, schiettamente, mi sembra meno probabile. Però la politica è l’arte del possibile e Renzi, politico consumato come un vecchio democristiano, ha ampie possibilità di manovra: ovviamente dovrà negoziare, dovrà concedere contropartite, ma alla fine dovrebbe spuntarla. Tanto per non fare nomi, in caso di decreto legge, l’amministratore delegato sarebbe Bernabè, il dg De Siervo. Pochi ci credono e anch’io, per sincerità, non ci scommetterei un soldo bucato. E’ più facile che Renzi riesca a negoziare e manovrare, a colpi di spada e di fioretto, entro l’incasinatissimo territorio della Vigilanza, anziché riuscire ad ottenere l’agognato decreto legge. Un decreto legge presuppone, istituzionalmente, l’esigenza dell’urgenza e dell’emergenza. Vero che in Italia succede di tutto, ma davvero – di fronte ai problemi con l’Europa, al dramma politico e umano dell’emigrazione, di fronte allo scandalo di Mafia capitale, di fronte alla farsesca evoluzione del caos nella scuola, insomma di fronte a tutto – Renzi può ottenere che le decisioni sui vertici della Rai siano considerati un’urgenza, un’emergenza nazionale? Se proprio voleste spingermi a scommettere, punterei sulla permanenza del cda attuale e di Gubitosi fino all’autunno, fino al panettone natalizio.

cesare@lamescolanza.com Si pregano tutti i lettori, in particolare quelli desiderosi di aderire al movimento di opinione “Socrate”a sostegno del merito e contro la rassegnazione i pregiudizi, di scrivere a questo indirizzo: Lanza risponderà privatamente o pubblicamente, qui. Con le adesioni aggiungete nome e cognome, città di abitazione, se possibile età e lavoro, ogni riferimento utile per le comunicazioni. La privacy sarà rispettata per tutti.

18.06.15