OGGI VI DICO CHE… I DUE GIORNI PIU’ IMPORTANTI

“I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci il perché”  (Mark Twain)

ATTUALIZZANDO… IL MIO COMPLEANNO: QUOD FAUSTUM…

Cesare e Marta

“Quod faustum, felix fortunatumque sit!”. Questi sono i primi auguri che ho ricevuto da un amico (anche) latinista. E oggi colgo l’occasione della ricorrenza del mio compleanno come un’opportunità per far sega, come si diceva una volta – forse anche oggi – a scuola. Sono 73, gli annetti che mi porto in groppa. Ho il difetto di lamentarmene troppo spesso, come mi hanno fatto notare molti, soprattutto molte: tra le prime e le più affettuosamente severe, due carissime amiche, Maria Alberta, milanese, e Flavia, romana. Oggi nessuna lagna. Però, oggettivamente, come posso lavorare, se sono impegnatissimo a rispondere – piacere e dovere – alle centinaia di messaggi che sto ricevendo? Tuttavia la giornata è cominciata con un appuntamento di lavoro, a sorpresa mi hanno fatto trovare un eccellente tortino, me ne sono concesso solo un cucchiaio perché la glicemia è a 300 e aspetta solo una spintarella, per impedirmi di arrivare a 74! Vi cito alcuni auguri, senza far nomi, particolarmente graditi. Una mia vecchia (lei è ancora molto giovane) fiamma ha citato l’inizio di quella bellissima canzone di Ornella Vanoni: “Ho sbagliato tante volte ormai…”. Meglio tardi che mai. Un’allieva della mia Accademia Studio 254, mi ha scritto e il ricordo mi ha emozionato: “Non so se ti ricordi ancora di me, so solo che oggi mi sono ricordata del tuo compleanno e ho sentito un forte desiderio di farti gli auguri. Sono passati diversi anni, tante cose sono successe, ma ciò che ho imparato da te mi torna in mente quasi quotidianamente, anche se in una realtà completamente diversa. Credo che tu ti sia dato a noi in maniera molto sincera e vera. E’ un patrimonio davvero prezioso per me…” Mi sono emozionato perché, in quegli anni di accademia, a contatto quotidiano con i giovani, ho scoperto che mi sarebbe molto, moltissimo piaciuto insegnare. Infine, una delle mie quattro figlie – Marta – mi ha mandato una foto di quando aveva pochi mesi (ora ha ventisei anni) e si affidava al mio abbraccio, totalmente: inevitabile pensare – con tenerezza – all’evoluzione dei comportamenti, oggi se voglio un bacio, lei è vezzosetta come allora, ma glielo devo chiedere!

ARRIVEDERCI A DOMANI… E HO UNA PREGHIERA DA FARVI

socrate

Domani riprendiamo a lavorare, com’è giusto – e del resto poco altro so fare. Avrò qualcosa da dirvi sulla Rai (una forte, ancora inedita candidatura femminile), sulla Grecia di Tsipras, sulla politica, libri, chiacchiere e cotillons. Ma una preghiera, lasciatemela scrivere: vorrei che voi, o almeno tutti coloro che danno importanza al merito, alla necessità di scacciare la rassegnazione, a disprezzare i pregiudizi, vorrei, amici miei e amiche mie, che mi mandaste l’adesione a “Socrate”, il movimento di opinione (senza fine di lucro, senza tessere, senza burocrazia), che rappresenta, per me, un obbligo etico, anche se utopistico. Non lasciatemi in solitudine, coltiviamola insieme, questa utopia. Potrebbe essere il modo per dare un senso a ciò che ha scritto Mark Twain (vedi sopra): capire, finalmente, perché sono nato.

cesare@lamescolanza.com

08.07.15