OGGI VI DICO CHE… COME CAMBIA IL PALAZZO

“Tutti i segreti del Potere che ci governa di nascosto. I protagonisti: da Berlusconi a Salvini, dal prefetto Tronca a Corrado Passera, dal procuratore di Roma a Giovanni Malagò” (dalla recensione di Marco Travaglio del libro “Il potere dei segreti” di Marco Lillo, editore Paper first, “Il Fatto Quotidiano”, venerdì 15 aprile 2016).

ATTUALIZZANDO… I RETROSCENA DI NOMINE E ALLEANZE

marco lilloHo letto d’un fiato, e per me non è una novità, il bel pezzo – una paginata – dedicato da Marco Travaglio e da “Il Fatto” a Marco Lillo. Non vedo l’ora di leggere il libro e, se mai riuscirò a farlo, di andare ad assistere oggi alla sua presentazione, alle 18, nella libreria Feltrinelli della Galleria Alberto Sordi. Relatori Antonio Padellaro e Corrado Formigli. Per ora, la cosa che mi ha più colpito è il sintetico sommarietto: “Le intercettazioni che spaventano. Raccontiamo i retroscena inediti di nomine e alleanze, non i rapporti intimi tra donne e uomini potenti”.

SINDACO DI ROMA / BERLUSCONI, MELONI E SONDAGGI

meloni marchini bertolasoNon è un vaudeville, anche se le risate non mancano, come se fossimo a teatro. È la vicenda senza fine del centro destra alla ricerca di una difficilissima compattezza n vista delle elezioni. Mettiamo in riga punti fermi e indiscrezioni e buon divertimento, come volete, preparando il cocktail realistico o sognato (consiglio comunque una goccia di angostura). Dunque: nel week end Berlusconi avrà i sondaggi che ha richiesto ai suoi fidi (sono anche bravi?) per orientarsi. Il trilemma: insistere su Berolaso, puntare in qualche modo su Marchini, accordarsi con la Meloni ma senza perdere la faccia. La prima ipotesi è esclusa ormai quasi da tutti, anche se Bertolaso sta confidando l’intenzione di resistere impavidamente. La seconda non autorizza previsioni rosee. La terza appare la più probabile e darebbe alla Meloni una quasi certezza di vittoria. L’ostacolo, per il Cavaliere, è quello di far apparire almeno come una mezza vittoria l’apparente passo indietro: una soluzione non semplice, però se si trova l’accordo Berlusconi – Meloni – Salvini – Storace e altri, l’unione può dare forza e vigore al centrodestra non solo a Roma, ma in tutte le città in cui si vota. Viceversa, Silvio rischia di trovarsi dovunque con il sedere per terra. Ancora: su Bertolaso grava la minaccia di uno stop alla candidatura da parte dell’antimafia o da parte degli inquirenti per una sua vicenda giudiziaria in sospeso. Indecifrabile il ruolo di Marchini, che comunque interverrà al ballottaggio, per ora sembra determinato a procedere in solitudine. Dicono che destra o sinistra per lui pari sono: se il ballottaggio sarà tra Giachetti e Raggi, darà i suoi voti al rappresentante del Pd; se il ballottaggio sarà tra Raggi e Meloni, punterà sulla destra. Una schiarita dovrebbe esserci entro domenica sera: non è vero, ma ci credo – come nella celebre commedia di Eduardo. E lo spettacolo continua.

MICHELE UVA, SEMPRE PIU’ LEADER NEL CALCIO

Michele-UvaBella intervista, oggi, a Michele Uva, 51 anni, direttore generale della FIGC, di Ettore Intorcia del “Corriere dello Sport”. La Fifa ha scelto l’Italia per sperimentare la moviola in campo: un gran successo di Carlo Tavecchio, presidente della nostra Federazione, e di Uva, astro nascente in Europa nel football. (Scommettete con me, se volete: prevedo che Uva diventerà un dirigente importante al livello europeo, è onesto e competente, ha esperienza e prestigio). Questa sperimentazione – sono lustri che si discute di moviola – è un’occasione formidabile per l’Italia calcistica, un riconoscimento. Auspichiamo che, dopo i test, la moviola possa essere stabilmente introdotta nelle partite di calcio, così si eviteranno le ricorrenti e moleste (per tutti) polemiche, sulle decisioni arbitrali non condivise.

LA COMPAGNIA DI GIRO: DA COSTAMAGNA A FALCETTI

falcetti costamagnaPrezzemolini, tuttologi, politici e politicanti, quelli che il nome non sai nemmeno chi siano né cosa facciano nella vita, ma che se li vedi in tv sai per certo che faranno casino ed animeranno il moribondo mondo dei talk show. Passano da una trasmissione all’altra, spesso pontificano ed hanno un’opinione (purtroppo) su ogni argomento: che sia il dramma dell’immigrazione, il delitto del giorno o la saga della tormentata famiglia di Albano Carrisi… e alla fine spesso ti domandi: ma credono davvero a ciò che dicono? E perché ci vanno, solo per essere riconosciuti per strada, al ristorante o al mercato?
Quarta puntata: 31. Luisella Costamagna, 6+. Accettabile. 32. Paolo Crepet, 5: ugualmente spocchiosetto e noiosetto, sia se lo invitano a discutere di delitti, sia di politica o dei confini dell’animo. 33. Guido Crosetto. 6+. Grinta, competenza, idee chiare e polemiche. 34. Marco Damilano. 8. È uno dei più corteggiati nei programmi di tutte le reti. Sveglio, giovane, indipendente. 35. Ferruccio de Bortoli. 7 ½. Pontifica come il cardinale che certamente sarebbe diventato, se avesse scelto di farsi prete anziché giornalista. Bravo, accetta raramente gli inviti, sempre in collegamento. Un consiglio? Se gli riesce, un pizzico di impertinenza.
36. Fiore De Rienzo. 6+. Giornalista d’inchiesta, stimato, da “Telefono giallo” a “Chi l’ha visto?” e dintorni. 37. Nunzia De Girolamo. 7. A me è molto simpatica per la verve, anche quando dissento. 38. Antonio Di Pietro. 9. Per fortuna, nella compagnia di giro, ha ridotto le sue esibizioni, in qualche programma uno potrebbe chiedersi, scimmiottandolo: “Che c’azzecca?”. Ma lui è un grande, si impone, irresistibile perfino quando si mangia le parole e puntualmente si appassiona, si incazza, si infervora, si inalbera… 39. Pierluigi Diaco. 6. Se giocasse al calcio, sarebbe un abatino, ricorderebbe le classificazioni di Gianni Brera. Con qualche finezza alla Rivera. Nei talk, e anche nella scrittura, oltre al talento dovrebbe esserci anche una forza muscolare, che non c’è. 40. Emanuela Falcetti. 6 ½. In radio era una star o quasi. Licenziata, recuperata, prova a rilanciarsi con orgoglio e da un po’ di tempo si esibisce anche in video, è entrata nella compagnia di giro. Per il piccolo schermo le consiglio un abito meno luttuoso (che in radio, per fortuna, non si vedeva).

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15.04.2016