OGGI VI DICO CHE… BERLUSCONI A UNA SVOLTA?

“Partito unico con Berlusconi e insieme sosteniamo Renzi… Patto del Nazareno: chi sta oggi all’opposizione ieri lo ha firmato. È l’unica possibilità per Silvio di essere protagonista” (Pierferdinando Casini, intervista a Tommaso Ciriaco di “La Repubblica”, 26 aprile 2016).

ATTUALIZZANDO… IL FIUTO DI PIERFERDI

casiniÈ un’intervista interessante, anche se pubblicata in forma dimessa dal quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. Casini fa capolino, a mio parere autorevolmente, nel caos pre-elettorale del centro destra a Roma. La figura politica di Casini è controversa, da parte mia mi limito a dire: pensate ciò che volete, ma è un fatto che sia il sopravvissuto più importante della Prima Repubblica. Al punto di essere arrivato ad un passo dal Quirinale nelle ultime elezioni ed è possibile, se non probabile, che sia in lizza anche in futuro per ruoli importanti. Il suo fiuto è innegabile, però nel mio commento vorrei cominciare dalle affermazioni con le quali mi trovo in dissenso: ad esempio che “Angelino sia molto meglio di Salvini e Meloni”: no, Salvini e Meloni hanno rotto l’unità a Roma, Alfano è stato il primo sconquassatore del centro destra a livello nazionale. E i moderati dovrebbero riflettere sul fatto che sono Salvini e Meloni ad applaudire Davigo, anziché lasciarsi coinvolgere in un “completo vassallaggio a questi signori”. Su Davigo mi esprimerò in un paragrafo successivo.

MA NON E’ GIA’ IN ATTO IL “DIALOGO” SILVIO-MATTEO?

renzi-berlusconiL’intuizione intelligente di Casini è questa: “Io sostengo Marchini, ma l’aver resistito alla candidatura della Meloni è il segno che Berlusconi non vuole essere subalterno al populismo nazionalista e al becero qualunquismo antipolitico degli alleati”. Secondo Casini, c’è il rischio che si voglia creare in Italia una succursale del lepenismo, la mossa di Berlusconi mette in moto un inevitabile dialogo con Renzi. Non sfugge né a me né ai lettori che si interessano alla politica che il dialogo è in atto da tempo, c’è perfino chi interpreta le mosse romane di Berlusconi come un’automatica via libera per Renzi e la candidatura di Giachetti. In definitiva Casini, pur con qualche perplessità sull’età del Cavaliere, apprezza che Berlusconi possa contare ancora su milioni di voti potenziali. Quanto a Renzi, “il dialogo è essenziale anche per lui, impegnato in una marcia tutt’altro che trionfale contro i 5 Stelle, la sinistra interna lo boicotta, i costituzionalisti lo combattono. Da solo difficilmente riuscirà ad occupare il fronte moderato”.

APPROVO DAVIGO. CON UNA RIFLESSIONE PARADOSSALE

Piercamillo DavigoMi dispiace che molti, anche molti amici, abbiano contestato e preso di storto le dichiarazioni di Piercamillo Davigo, neopresidente dell’Associazione nazionale dei magistrati. Sono sempre dalla parte di coloro che dicono la verità, per di più se riescono a farlo esprimendosi con chiarezza e con capacità di sintesi. Che cosa ha detto Davigo? Più o meno, cito a memoria: “Rispetto a Tangentopoli, i politici rubano ancora, e neanche si vergognano”. È evidente che l’illustre magistrato non si riferisse a “tutti” i politici, ma i molti, troppi scandali legati alla presenza di protagonisti e comprimari della politica, sono un fatto noto a tutti. L’eclatante dimensione di corruzione e ruberie legittima la sua dichiarazione, che a mio parere vale come una presa di posizione importante.
Ne ho già scritto in passato, ma ripropongo – su Tangentopoli e la dilagante corruzione – una paradossale, amara riflessione. Paradossale, ma purtroppo anche questa a me sembra una cruda verità. La riflessione è che Tangentopoli, anziché debellare il malaffare, ha provocato una maggior diffusione della corruzione. Perché, grazie alla tempesta di notizie e di rivelazioni sulla politica corrotta, le tangenti, le complicità e le connivenze, molti politicanti hanno capito quanto fosse facile rubare e farsi corrompere; quanto fosse allettante anziché limitarsi a rubare per sostenere le proprie convinzioni e la propria organizzazione politica, quanto fosse allettante, ripeto, vantaggioso e, ahimè, anche semplice, entrare in politica allo scopo di rubare, assumendo un qualsiasi ruolo, anche minimo, di potere. E questo, ne consegue, è il vero problema: il nostro ormai è un Paese largamente corrotto, guasto è il sistema elettorale, causa primaria della corruzione è la lentezza della giustizia, unita all’incertezza delle pene.
Tangentopoli è rimasta un’utopia, incompiuta, ovviamente – come succede di fronte a qualsiasi rivoluzione – discutibile per eccessi, lacune, episodi importanti di politicizzazione. Non è stata seguita da una riforma e da un vero cambiamento di metodo, nell’applicazione della giustizia. È impossibile davvero realizzarla? E certo non vorrei essere considerato un giustizialista, ma semplicemente un cittadino desideroso di vivere in un Paese civile, ben amministrato, con una rigorosa distinzione tra le competenze della magistratura e quelle della politica. Di questo argomento mi piacerebbe parlare con Davigo e/o con altri magistrati – numerosi, la maggior parte! – degni di stima e di rispetto.

LETTERE / L’AMBASCIATORE IN CANADA E UN SUO SOSTENITORE

Ambasciatore-Canada-Italia-CORNADOSu www.lamescolanza.com abbiamo pubblicato due lettere inviate dall’ambasciatore italiano Gian Lorenzo Cornado in Canada e quella di un suo sostenitore, Angelo Filoso. Rispondo qui: l’ambasciatore si esprime con diplomatica affabilità, non altrettanto si può dire per la missiva di Filoso, intrisa nel veleno. Trattandosi di argomenti di interesse generale, vorrei precisare, soprattutto a Filoso, che si dichiara, per cominciare, “allibito”: 1. Le classifiche che compiliamo non debbono “giovare” a nessuno. Ci basta che siano interessanti, anche per suscitare un corretto dibattito. 2. Le fonti. Nessun giornalista le rivela mai, possiamo assicurare che sono ampie e attendibili. 3. Rinviamo al mittente (Filoso) la lezioncina sul buon giornalismo, la buona editoria, la credibilità della testata. Quanto all’insinuazione sui “condizionamenti”, la prenderemmo come un’offesa, se non fosse risibile. 4. Filoso ritiene di avere “il polso della situazione” più di chiunque altro: gli lasciamo la sua convinzione. 5. Quanto al caldo invito “a rimuovere senza indugio l’ambasciatore dalla inutile classifica”, ci dispiace ripeterci: è una spocchiosa affermazione, risibile, come anche l’accenno a “notizie infondate e inconcludenti”.
Per rispetto dell’ambasciatore Cornado, riportiamo integralmente e correttamente le lettere perché solo così, egregio signor Filoso, si rispettano le opinioni degli altri, anche quando non si condividono. Infine, Angelo Filoso firma la sua lettera con otto sue qualifiche e otto indirizzi diversi (il numero di telefono è sempre lo stesso…): una lettera da collezione, non c’era mai capitata una corrispondenza simile. Il nostro sobrio commento è che il direttore, tra le altre attività, de “Il postino Canada”, nutre una smisurata passione per se stesso e, sfortunati loro, i suoi amici.

LA PIZZA! PER CONCLUDERE CON UN SORRISO…

PIZZAQualche giorno fa, Corrado Augias ha dato l’onore della sua rubrica postale, su Repubblica, a una lettera sulla pizza napoletana. Non potevo non raccogliere questo spunto e vi propongo la vera storia della pizza, rievocata dalla nostra esperta collaboratrice Rita Di Simone, con alcuni preziosi consigli…
“La storia della pizza, la marinara, senza acciughe ovviamente, risale al 1734. La pizza margherita è degli anni 1796-1810. La storia della margherita è questa: una diffusa credenza vuole che nel giugno 1889, per onorare la regina d’Italia, Margherita di Savoia, il cuoco Raffaele Esposito della pizzeria Brandi creò la pizza Margherita, dove i condimenti, pomodoro, mozzarella e basilico, rappresentavano la bandiera italiana. Secondo recenti studi a carattere filologico, però, la storia della pizza Margherita, sarebbe un “falso storico”. Sembra infatti che la pizza margherita sia nata a Napoli ben prima del 1889, ovvero fra il 1796 e il 1810. Il filologo Emanuele Rocco, nel 1849, parlò di combinazioni di condimento con vari ingredienti tra i quali basilico, “pomidoro” e “sottili fette di muzzarella”. La mozzarella veniva tagliata a fette sottili, disposte sulla salsa di pomodoro proprio a forma di margherita, con la successiva aggiunta delle foglie di basilico, ed è probabilmente questa la vera motivazione del nome prima dell’Unità d’Italia”.

cesare@lamescolanza.com
26.04.2016