OGGI VI DICO CHE… BATTUTACCIA SUL PREMIER

“Vi dovete rassegnare a essere governati da Matteo Renzi… Ha una marcia in più. Vi sfila i calzini, se vuole, senza togliervi le scarpe” (Anonimo romano, fan del capo del governo).

ATTUALIZZANDO… ESAGERAZIONI DELLE BATTUTACCE

renziSe non sbaglio, questa battuta – che ha avuto momenti di celebrità – era dedicata agli abitanti di una grande, grandissima città meridionale. Mi sembra esagerato, ora, incentrarla su Renzi, anche se il premier sfilò la direzione del governo a Enrico Letta, senza che questi neanche se ne accorgesse. Ma mi soffermo sulle battute e sulle battutacce: ogni giorno me ne arrivano a decine, sono sempre incerto se pubblicarle o no. Perché ho già un lungo elenco di antipatizzanti. Perché non vorrei ferire nessuno. Perché l’ironia, l’autoironia e il senso dell’umorismo sono qualità – ahimè – molto rare. E tuttavia, qualche volta, mi arrendo al piacere di sorridere e (sperare) di far sorridere. Come nella battutaccia seguente.

FENOMENOLOGIA DELLA BATTUTACCIA / LA DIFFERENZA TRA LA MONDARDINI E LA CIOLI

mondardini, cioli (1)Vi spiego come nasce una battutaccia. A pranzo con due amici, la chiacchiera é caduta su Monica Mondardini, a.d. del gruppo L’Espresso/La Repubblica, e su Laura Cioli, a.d. del gruppo Rcs. Sul tema insidioso: chi è la più brava del reame? I miei due amici avevano letto una battuta – di un manager dotato di senso dell’umorismo – sulle due regine del mondo editoriale, pubblicata qui. Più o meno questa: “Mondardini è fredda come una generalessa asburgica, Cioli è affabile in stile anglosassone, sorrisi e grazia. Ma una cosa è certa: tutte e due, se vogliono, te lo mettono in quel posto, una con la vaselina, l’altra più brutalmente”.
A pranzo, con parole differenti, uguale la conclusione dei due commensali, la preferenza è per la Mondardini. Il primo dice: “La Monica ha avuto la Legion d’onore, basta dire questo!”. Più popolaresca l’altra esternazione: “Tra le due c’è la stessa differenza che passa tra Cesena e Macerata… Tu, dove andresti al mare?” (Mondardini, 56, è nata a Cesena: Cioli, 53, a Macerata). Vabbé, passi per le due a.d.: sono personaggi pubblici, debbono accettare le battute. Ma in questo caso, la trovata umoristica investe gli abitanti di Macerata! Perché offenderli, immotivatamente? Non ho pregiudizi né contro Macerata, né a favore di Cesena. É davvero complicata, e impervia, la fenomenologia della battutaccia.

SANTORO CRITICA BONOLIS CHE TORNA IN RAI. MICHELE CHI?…

santoro-michele-mega800…quello che si rivolse a Lucio Presta, manager di Paolo Bonolis, per trattare alla grande la sua uscita dalla Rai? L’osservazione non è mia, ma del bravo Lord Lucas (non lo conosco, ma mi sembra proprio bravo, non so quale sia il vero nome), che firma un blog molto apprezzabile su quanto accade in televisione. Condivido la riflessione. Si dice che Lucio Presta stia trattando, da par suo, il possibile ritorno di Bonolis in Rai. Beh, qual è il dramma o, peggio, lo scandalo? Una molto apprezzata specificità di Presta è quella di conquistare e garantire per i suoi assistiti
compensi tra i massimi possibili, e di più, sul mercato. La memoria di Lord Lucas è inesorabile: anche Santoro si rivolse al mago Lucio, in un momento di necessità (e certo sbagliò nel privarsene, per tutelare la sua oscillante carriera). Perché il punto è questo: Santoro non metabolizza che la Rai non lo richiami, ancora una volta, dopo il tonfo a La7: in televisione la regola è semplice, se fai ascolto sei un principe; se non ci riesci più, come è successo a Santoro, non ti prendono più. Fine delle trasmissioni.

LA BATTAGLIA PER LA CONQUISTA DEL CORRIERE DELLA SERA. BONOMI BLOCCA CAIRO

bonomi, cairoQuali saranno le reazioni degli azionisti di Rcs? Chi c’è dietro Cairo? Queste, fino a ieri, erano le principali domande che accompagnavano la battaglia per la conquista, per dirla in breve, del Corriere della Sera. Come mi aveva scritto Urbano Cairo in un cordiale sms (subito dopo la sua imprevedibile e clamorosa Opa su Rcs), “la partita è appena iniziata”. E non credo sia conclusa dopo la controfferta dei soci storici di Rcs, la notizia che oggi ha riempito le prime pagine dei giornali. Contro Cairo, sostenuto da Banca Intesa, si schierano Carlo Cimbri, Diego Della Valle, Alberto Nagel, Marco Tronchetti Provera: ovvero Unipol, Tod’s, Mediobanca e Pirelli. E il capitano messo in campo – da Mediobanca, dicono tutti – è Andrea Bonomi, con la partecipazione maggiore delle quote e l’impegno più rilevante dell’investimento.
Non credo che la schematizzazione proposta da alcuni osservatori sia attendibile. E cioè che Cairo rappresentasse l’editoria pura e antigovernativa e i suoi oppositori siano conservatori e amici di Renzi. Non credo neanche che la partita finisca. Credo che a fianco di Cairo ci siano altre forze, ma sono convinto anche che difficilmente Urbano riesca a vincere la scommessa. Forse ci saranno mediazioni e compromessi. Per ora, la controfferta Bonomi/Cimbri/Della Valle/Nagel/Tronchetti è più allettante: sia perché l’acquisto di azioni avverrebbe in contanti, sia perché esiste un piano editoriale avvincente, mentre Cairo offriva carta (le azioni della sua carta editrice) contro carta con un conguaglio inferiore, sia perché non c’era traccia di un progetto. Questo fa venire in mente un’ipotesi convincente: che la sparata di Cairo sia stata un espediente per uscire (cioè vendere) a condizioni vantaggiose, tirandosi fuori da un’impresa difficile e pericolosa. Si vedrà. É certo che Cairo ha sempre dimostrato di saper fare bene i suoi affari (memorabile l’acquisizione, pubblicitaria, delle testate popolari della Rizzoli e anche quella de La7 a magnifiche condizioni) e anche stavolta non deluderà. Forse – forse – esiste un problema di liquidità, da risolvere in qualche modo. Finito il campionato di calcio, direi che questa intorno a via Solferino è la battaglia più interessante ed emozionante…

I GIORNALISTI VINCENTI, SCONFITTI, IN DIFFICOLTÀ… MENTANA, DE BORTOLI, MIELI

mentana, de bortoli, mieliCi sono tre grandi nomi del giornalismo intorno alla battaglia editoriale: a mio modestissimo giudizio di nessuna influenza su quanto accadrà, ma di indiscutibile prestigio. Enrico Mentana, Ferruccio de Bortoli, Paolo Mieli. Il primo, Mentana, si è schierato – com’era giusto – a sostegno del suo editore, Cairo, forse col desiderio di poter diventare, come tutti i giornalisti sognano, il direttore del Corriere della Sera. Ferruccio de Bortoli è stato due volte direttore in via Solferino, è un simbolo della categoria dell’antirenzismo: ho letto che gli sarebbe stato dato un ruolo di presidente della società (se vincente) di Cairo. Quanto a Mieli, beato chi lo capisce. “Nessuno può mai immaginare che cosa passi veramente per la testa di Mieli”, mi disse una volta Cesare Romiti. Nessuno? Certo non io. Anche Mieli è stato due volte dominus in Solferino. Azzardo una scommessa: non credo che Mentana e de Bortoli escano vincenti. Punterei su Mieli, ma – come dire? – sarei più convinto se sapessi o intuissi quale sia il suo disegno…

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17.05.2016