OGGI DICO CHE… GRILLO COMICO E POLITICO

“Quando era un comico in crisi, si trasformò in un politico,adesso che è un politico in crisi Beppe Grillo vorrebbe tornare a essere un comico,  e dopo aver trasformato le risate in voti prova a fare il miracolo al contrario…”. (Sebastiano Messina, “La Repubblica”, mercoledì 3 febbraio 2016).

ATTUALIZZANDO… TU QUOQUE, MESSINA?

Sebastiano MessinaGrillo è grande, mi dispiace che Sebastiano Messina – uno dei giornalisti italiani che stimo di più – la pensi diversamente: il suo pezzo in prima pagina su “La Repubblica” non solo è crudele, anzi perfido, purtroppo e soprattutto – a mio modesto giudizio – è sbagliato, distante dalla realtà. Grillo è nella storia, questo è un dato che gli attribuisce un merito incancellabile. Ha dato voce a milioni di italiani onesti e scontenti. Il primo merito è aver dato questa voce ad una grande fascia di italiani, il secondo è di averli compattati e portati alle urne, inducendoli a votare, sottraendoli alla rabbia confusa e velleitaria, dando al movimento un’identità credibile, rispettabile. Non può essere un leader operativo in Parlamento (o a Palazzo Chigi!), ma ha creato qualcosa, ripeto, di storicamente importante. Che senso ha sfotterlo, buttare le riflessioni in battute, caciara, sarcasmo? Non capisco.

A SCANSO DI EQUIVOCI, CON GRILLO…

Beppe-Grillo…non ho nessun rapporto: lo dico con chiarezza perché certamente i lettori che non mi conoscono penseranno che sono diventato grillino. No. Non lo voto semplicemente perché, disgustato, non vado a votare dai primi anni novanta (ma se decidessi di tornare a votare probabilmente voterei per Grillo).
Non ho mai avuto rapporti con Beppe: semplicemente, lo stimo, mi piace da sempre. Ricordo le ultime due volte che ci incrociammo. Nel 1988 dirigevo “La notte” a Milano e a teatro mi prese per il sedere perché avevo fatto un titolone a grossi caratteri sulla zanzara/tigre. Poi, durante Tangentopoli, ero a cena da una comune amica, Maria Alberta Viviani, e lei me lo passò al telefono. Dal momento che ero, sono e sarò un ammiratore di Craxi, Grillo mi aggredì ridendo: “Ma come sei amico di Craxi e dei socialisti e sei ancora a piede libero?”. Mi credete se vi dico che le battute mi divertirono. Grillo è stato un comico atipico perché in scena era ardente di passione per denunciare infamie e ingiustizie, battersi per l’ambiente e contro la corruzione. Ed è stato un politico atipico perché nella sua ascesa è stato travolgente anche per la sua forza comica, le impertinenze, le battute intransigenti e derisorie. Resta, certo, una domanda di fondo: questa…

DAVVERO PENSATE CHE GRILLO E M5S SIANO FINITI?!?

m5sIo spero e penso di no. Sono anche consapevole di essere un utopista e quindi abituato a sbattere contro i muri. Ricominciamo dal tema di partenza: Grillo vuol tornare a fare il comico? Se sì, ma non ne sono sicuro, sono d’accordo con Carlo Freccero (altro ammirevole utopista): la Rai dovrebbe accoglierlo spalancandogli le braccia, dargli programmi e prime serate, con piena libertà di espressione – come dovrebbe fare con tanti altri, che sono stati messi all’indice o hanno purtroppo accettato compromessi e censure.
Quanto al movimento, penso che con Grillo o senza Grillo andrà avanti e conterà. Utopia? Lo vedremo. Tra i meriti di Beppe (molto cauto subito dopo il successo elettorale) e di Gianroberto Casaleggio c’è quello di aver dato spazio e visibilità a tanti promettenti, convincenti volti nuovi e diversi dai politici politicanti: cito per rapidità Luigi Di Maio e Roberto Fico, ma l’elenco è lungo. Seguendoli in tivù, si accorcia la desolante distanza tra la Casta politica e il Paese vero, torna a fiorire qualche speranza.

RENZI, MONTEZEMOLO, MALAGÒ, OLIMPIADI…

renziVedo sui giornali i volti di Renzi, Malagò, Montezemolo festanti perché la candidatura italiana alle Olimpiadi del 2024 si fa strada – così dicono – e anche il Parlamento ha detto sì. Per me questa storia delle Olimpiadi a Roma tra otto anni mi sembra la supercazzola del momento, drammatica e divertente. Divertente perché ricorda quel vecchio e irresistibile film, “Amici miei”. Drammatica perché tra gli amici ci sono quelli, come Montezemolo, le cui chiappe sono attirate da ogni possibile poltronissima: in passato tutte quelle previste dal Palazzo, escludendo per fortuna i goffi tentativi politici. Non gli è bastato – nel ’90, più di cinque lustri fa! – fare danni con il campionato del mondo di calcio. Ora ci riprova, con le Olimpiadi! Se non facesse danni, provocherebbe tenerezza: è un paraculo doc, dopo essere stato sbattuto fuori dalla Ferrari non gli basta essersi assicurato all’Alitalia, no, è balzato di corsa sulla società organizzatrice dei Giochi, poi “que sera, sera”, e si vedrà…
Capisco anche Malagò, è il presidente del Coni, è un piacione, che dovrebbe fare, se non sorridere estasiato di fronte a fotografi e telecamere? Un po’ meno capisco Renzi, che è più furbo evangelicamente, come Matteo, di Luca e Giovanni. È proprio sicuro che la supercazzola olimpica gli porti consenso, stima e voti? Con tutti i problemi, prioritari, che affliggono gli italiani?
Chi sono io, per contestare il premier di larghe vedute? Però, confortato da eminenti pareri di personaggi tanto competenti quanto inascoltati, a me due cose sembrano sicure. La prima è che la supercazzola non diventerà realtà, ci sono minimissime probabilità, e allora, a parte gli interessi e le vanità in stile “amici miei”, che senso ha parlarne? La seconda: se disgraziatamente il progetto arrivasse al traguardo, per gli italiani sarebbe un gran disastro. Fu proprio con le Olimpiadi che la Grecia imboccò il precipizio…

cesare@lamescolanza.com
03.02.2016