OGGI VI DICO CHE… IL MERITO SECONDO GOETHE

“Agli stupidi non capita mai di pensare che il merito e la buona sorte sono strettamente correlati”. (Goethe)

ATTUALIZZANDO… RAI / 1. UN PREAMBOLO SUL CASO AZZALINI

capodanno raiAntonio Azzalini, store capostruttura di Raiuno, è stato licenziato in tronco – considerato unico responsabile del grottesco annuncio anticipato, il 31 dicembre, dello scoccare della mezzanotte (un’astuzia tecnica per conquistare qualche punto in più di share).
Non entro nel merito giuridico, come sempre, perché non conosco le carte. È certo che Azzalini farà ricorso. La questione importante e più profonda prescinde dal suo caso.
Quindi, con un preambolo, propongo alcune riflessioni. Il preambolo è che conosco bene Azzalini, ho lavorato con lui, è un buon capostruttura, con pregi e difetti come tutti, forse discontinuo: a volte poco cauto e decisionista, a volte lento e indecifrabile (ma nel melmoso panorama della Rai, dove i poteri vengono esercitati a volte con ipocrisie leggendarie, a volte con violenza, come se si fosse in una giungla, non è semplice – per dipendenti come Antonio, privi di “padrini” –, barcamenarsi e capire, con acume dantesco, che vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare).
Il destino ha voluto che io abbia difeso più di una volta Azzalini, considerandolo un bersaglio ingiustamente aggredito, nelle sue funzioni, nell’inferno della Rai. Poi i rapporti si raffreddarono, in occasione dell’amarezza più grande che subii dalla Rai. Tenevo molto a un programma sul merito, dal titolo “Socrate”, sostenuto a parole dalla direttora generale Lorenza Lei. É una storia lunga e oggi non vi annoio: la rievocherò perché mostra nitidamente come spesso, in Rai, la lotta, aperta e sotterranea, per il potere, prevalga sulla qualità delle idee e sul rigore del cosiddetto “servizio pubblico”. Qui in breve ricordo solo che la Lei sosteneva il programma, ma non aveva il polso e l’autorevolezza per imporsi. I molti nemici che aveva accumulato si esercitavano a boicottarla, e anche il mio programma – che non interessava nessuno – fu danneggiato e soffocato dai vari capobastone. Mi mandarono al massacro in prima serata su Raiuno (“Socrate” era stato concepito per la seconda serata di Raiuno o Raidue) dopo estenuanti riunioni: senza budget, senza prove, senza promozione e insomma senza alcun sostegno. Commisi un errore grave: avrei dovuto rinunciare e mandare al diavolo tutti. Invece accettai di andare in onda perché ero innamorato della mia idea. Il risultato, a confronto con i tanti flop della prima rete, fu decente. Ma tutti festeggiarono il presunto passo falso della signora Lei. Quanto a me, ritenni – probabilmente esagerando, per l’amarezza – che Azzalini (stretto tra Giancarlo Leone e altre difficoltà più grandi di lui) non mi avesse difeso e sostenuto, a sufficienza. “E’ una cosa ben schifosa, il successo. La sua falsa somiglianza con il merito inganna gli uomini”, così parlò Victor Hugo.

RAI / 2. DOMANDE INEVITABILI SUL LICENZIAMENTO DI AZZALINI

antonio azzaliniIl licenziamento di Azzalini è un provvedimento inconsueto, drastico se non feroce: gli si poteva infliggere una sospensione, il passaggio ad un altro incarico, di minor valenza e responsabilità. Ma, ripeto, non conoscendo le carte e i fatti, non entro nel merito. Però mi chiedo: è un provvedimento “muscolare”, per far vedere che le cose in Rai cambiano (ma non cambieranno)? Oppure è davvero l’inizio di una svolta vera, di una virata forte e limpida? In questo caso – augurabile, purché si assista ad atti di giustizia e non di giustizialismo, a cominciare dal caso Azzalini – ecco almeno un paio di immediate riflessioni. La prima: è difficile pensare che Azzalini abbia preso l’iniziativa di anticipare la mezzanotte sul canale principale della Rai, senza essere confortato da qualcuno (Leone?) più importante di lui. Quanto meno, l’andazzo in Rai era questo: a cominciare dai telegiornali, e da tanti altri importanti, gli sforamenti, le variazioni di orari e altri trucchetti, alla ricerca di uno share migliore, sono all’ordine del giorno. In questo caso, la gaffe è clamorosa ed esagerata – ma lo scenario generale è questo. Seconda riflessione: come si evince da una bella analisi che potete leggere, se volete, digitando www.lamescolanza.com, i problemi che assillano Campo Dall’Orto sono molti e gravi: le contestazioni sul canone inserito nella bolletta dell’Enel; la mancata riduzione della pubblicità (Urbano Cairo, dal fronte de La 7, è furibondo); le inosservanze e gli inadempimenti relativi agli obblighi, anche etici, del servizio pubblico; il recupero di Beppe Grillo e di tanti artisti censurati e rifiutati negli ultimi anni; la valorizzazione delle risorse interne…e tanto, tanto altro.
Prima (così avrei gradito) di affrontare il caso Azzalini, oppure contestualmente, e comunque mi auguro che questo avvenga nei prossimi giorni, se la Rai vuole cambiare indirizzo, il suo direttore generale Antonio Campo Dall’Orto – che in questi giorni assume poteri pressoché illimitati – ha il dovere di affrontare e risolvere queste grandi questioni. Siamo fiduciosi che lo faccia, nonostante tutti o quasi, la maggior parte degli osservatori, dubitino che ci riesca.

RAI / 3. CANONE NELLA BOLLETTA… UN SORRISO, PREGO

Renzi canone

RAI / 4. GIANNINI LICENZIATO DA BALLARO’?

ballarò gianniniMarco Gorra su “Libero” scrive che, per colpa di una frase “incestuosa” Massimo Giannini potrebbe essere licenziato da “Ballarò”. “La nuova Rai renziana indipendente e libera dai partiti riparte dalle epurazioni e dai bavagli,” scrive Gora. E in questo caso, “per l’ironia della storia, a finire sul banco degli imputati è Rai Tre, la cara vecchia Telekabul che nei decenni uno si era abituato a vedere attaccata a testa bassa dalla destra al grido di «faziosi!» e difesa palmo a palmo dalla sinistra in nome del pluralismo del servizio pubblico. Tutto ribaltato: perché nell’era di Renzi, anche essere di sinistra nel modo sbagliato è passibile di editto etrusco”. Giannini sarebbe reo di avere fatto una puntata di “Ballarò” sul caso Boschi-Etruria. “Ad istruire la pratica è Michele Anzaldi, parlamentare renzianissimo, che arriva pure a sentenza: Giannini va cacciato”. “Ho trovato esagerato il licenziamento di Azzalini”, afferma il deputato, “in Rai si vedono cose ben peggiori, tipo quello che è successo a Ballarò, dove il conduttore Massimo Giannini ha affermato che sul caso Boschi-Banca Etruria c’è un «rapporto incestuoso». È un’affermazione vergognosa, che avrà risvolti giuridici pesanti. Mi auguro che Boschi lo quereli”.
Mi auguro che Giannini, eccellente giornalista, resti al suo posto e che la politica smetta di esercitare influenze e interferenze sui contenuti della Rai. Forse è un’utopia. Ma confido che Campo Dall’Orto, se davvero ha preso in mano la ramazza, cominci a spazzar via ben altro (vedi sopra) e lasci lavorare in pace i professionisti migliori dell’azienda che governa, sostenendoli e difendendoli.

DANIELE GARBO / I DIECI PIU’ GRANDI TENNISTI DI SEMPRE

Collage tennis-femmineDaniele Garbo è un giornalista della Rai oggi in pensione, tra i più documentati ed esperti nel settore del tennis. Su www.lamescolanza.com e prossimamente sulla nostra rivista “L’attimo fuggente” (molto interessante, vedrete, è la sua introduzione), potete leggere due classifiche che gli abbiamo chiesto e che lui magistralmente ha compilato: i dieci tennisti e le dieci tenniste più grandi d’ogni epoca. Mi fa piacere immenso imbattermi in professionisti che fondano la loro importanza sul merito, e Garbo è uno di questi: benvenuto tra noi, del tennis ci occuperemo spesso. E i miei lettori ne saranno felici: Alexander Pope ha scritto: “La bellezza colpisce l’occhio, ma il merito conquista il cuore”.

cesare@lamescolanza.com
28.01.2016